seminario[1]

100 ANNI DI SCIENTISMO CONTRO MARX
SENZA RIUSCIRE A CANCELLARNE LE IDEE

introduzione al seminario

a cura di Andrea Viani

il problema del pensiero di marx

Consideriamo il problema

cos'è e che significa

ispirarsi al pensiero di marx

Per trattarlo ripercorriamo l'esperienza Marxiana delle due seguenti esclusioni dell'ideologia borghese:

-                         scartare il punto di vista dottrinario

-                         scartando insieme il punto di vista del sistema

Infatti Marx sa che se si guarda la realtà dal punto di vista di una dottrina, ignorando i processi concreti che la determinano, la realtà stessa assume una forma ideologica, che può anche apparire come un punto di vista diverso da quello del sistema, ma che invece semplicemente lo maschera e lo sostiene.

Marx oppone all'ideologia la concezione materialistica di

analisi-critica/rifondazione (prassi - teoria - prassi).

Marx, partendo dai fatti, procede all'analisi critica delle idee (comprese le sue) e alla loro rifondazione/ricollocazione nel movimento della realtà, al loro ritorno ai fatti.

cos'è il pensiero di marx ?

l'inizio e lo sviluppo del pensiero di marx nell'azione continua di analisi-critica/rifondazione

Marx afferma che:

"I filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo, si tratta di cambiarlo".

Marx sottopone ad analisi-critica l'operato dei filosofi mostrando come esso si risolve in una manifestazione  ideologica che non si pone il problema di mutare le cose.

Questa azione si realizza soltanto attraverso una prassi che sia parte del "movimento reale che abolisce lo stato di cose presente".

L'analisi-critica delle idee filosofiche pone immediatamente il problema della prassi, sia di quella prassi che produce lo stato di cose presente coi suoi limiti e contraddizioni, sia di quella che opera nel movimento che abolisce tale stato.

Marx inizia e sviluppa il suo pensiero nella prassi proletaria/rivoluzionaria che si spinge al limite critico del sistema.

Marx fonda la prassi che cambia il mondo, nella prassi rivoluzionaria delle masse proletarie, in una loro azione cosciente che comprende la crisi, il limite, la possibilità della fine e dell'abolizione del sistema e la possibilità della fondazione di un altro mondo.

Marx mette a punto il suo pensiero procedendo continuamente nell'azione di analisi-critica/rifondazione. In definitiva: quello di Marx è pensiero in movimento

l'inizio del pensiero di marx
analisi - critica (1)

marx scarta il punto di vista del sistema

La fase iniziale della crisi del 48 dà al Quarto Stato la possibilità di instaurare una democrazia radicale.

Qui Marx, innanzitutto, scarta il punto di vista del sistema che era ancora presente nel suo "residuo filosofico".

In quel periodo Marx lavorava ai Manoscritti economico-filosofici del 1844, una critica filosofica dell'idealismo tramite l'affermazione di un umanesimo teorico comunista.

Con il 1848 Marx cessa completamente questi studi.

l'inizio del pensiero di marx
rifondazione (1)

marx individua nel proletariato la classe universale

In secondo luogo si dedica alla rivoluzione imminente capace di produrre "pensiero in atto" e cioè una teoria che diventa prassi delle e nelle masse proletarie costituenti la classe universale: la classe che rovescia l'universalità borghese della proprietà privata nell'universalità umana della proprietà comune.

Marx, si lega alla classe protagonista della rivoluzione europea, supera l'ideologia dominante nelle sue forme filosofiche dell'idealismo e del materialismo borghese (vedi L'ideologia tedesca e Miseria della filosofia) e costruisce con il Manifesto del partito comunista le linee programmatiche per un movimento capace di cambiare il mondo rivoluzionandone l'universalità.

lo sviluppo del pensiero di marx
analisi - critica (2)

marx scarta il punto di vista dottrinario (l'ideologia proletaria) e il punto di vista del sistema

La crisi del 48 giunge al suo limite causando la sconfitta operaia e riducendo la classe universale alla marginalità.

Dopo i massacri di operai (giugno 1848), l'adesione di una parte dei socialisti francesi al bonapartismo e il relativo colpo di stato, la classe-universale cade nella passività.

Marx comprende che il puro e semplice rovesciamento di universalità-borghese-negata in universalità-umana-positiva si trasforma in "dottrina dogmatica" dell'ideologia del proletariato.

Marx procede subito a scartare il punto di vista dottrinario diventato ora la finestra attraverso la quale può rientrare il punto di vista del sistema cacciato dalla porta.

Il sistema afferma un umanesimo economico universale basato sulla proprietà di un qualche capitale. Ma questa universalità è negata a chi non ha tale proprietà. Tale negazione limita l'universalità stessa, la quale, per affermarsi, produce necessariamente il rovesciamento dell'universalità economica negata alle classi non possidenti, nell'universalità positiva dell'uomo proletario.  In parole povere, il proletariato, subendo tali privazioni, assume la natura di soggetto universale del movimento che cambia il mondo. Ma le privazioni della crisi soggiogano i lavoratori, chiarendo che la loro natura di classe universale esiste solo dal punto di vista dottrinario.

lo sviluppo del pensiero di marx
rifondazione (2)

l'universalità-negata è rifondata nel limite materiale del capitale

Abbandonata tale dogmatica, Marx rifonda la prassi ne "Il Capitale - Critica dell'economia politica".

Marx, in primo luogo, accerta che l'universalità economica è di per sé limitata, che la sua crisi si manifesta quando, nelle varie fasi di sviluppo capitalistico, l'accumulazione data e la relativa mercificazione dei rapporti sociali arrivano alla crisi/limite materiale del capitale.

In pratica il limite materiale del capitale è un fatto specifico ed interno al capitale medesimo e lo stesso vale per il limite della sua universalità economica. La crisi e i processi di distruzione del capitale producono crisi e distruzione, tanto della sua universalità, quanto delle condizioni di vita del proletariato, senza portare quest'ultimo a generare automaticamente una universalità positiva.

Dunque l'universalità economica, in quanto dato sociale storicamente dispiegato che produce il proprio limite, è in essenza un'altra cosa rispetto all'universalità positiva.

lo sviluppo del pensiero di marx
rifondazione (2)

l'universalità-positiva è rifondata nella proprietà sociale del lavoro

Marx, in secondo luogo, asserisce che il superamento rivoluzionario di quel limite può darsi solo se la "razza dei venditori di forza lavoro" giunge alla proprietà sociale e pratica l'uso consapevole di tutto il lavoro-storico-dato a favore di tutti.

Non c'è un'universalità positiva innata o naturale. L'universalità positiva di cui c'è bisogno può essere inventata solo da chi non ha interesse a conservare l'universalità economica e cioè solo dai "lavoratori associati" nel movimento reale che  abolisce lo stato di cose presente, impiegando a favore di tutti gli uomini il lavoro storico dato.

lo sviluppo del pensiero di marx
rifondazione (2)

il soggetto dell'universalità-positiva

Marx, mentre scarta il punto di vista dottrinario dell'ideologia proletaria e rifonda il concetto di universalità, rifonda anche la concezione del "soggetto universale". La "razza dei venditori di forza lavoro", quale soggetto del "movimento reale", agisce, secondo il determinato stato di cose presente, in due mondi:

-                    in quello vecchio, opera il limite proprio dell'universalità economica per affermarvi i bisogni sociali e lo fa con lo strumento del movimento (dato il vecchio mondo, un altro mondo è possibile);

-                     nel nuovo, opera l'"invenzione" dell'universalità positiva, unendo al movimento l'organizzazione politica (l'altro mondo è in produzione).

Secondo Marx il soggetto universale e la sua azione di cambiamento non si esauriscono né nella "forma-movimento" né nella "forma-partito". Gramsci paragona tale soggetto ad un centauro: contemporaneamente cavallo e uomo, movimento e partito. Esso non è e non può essere solo il movimento o solo il partito. Ancora il centaurico soggetto del cambiamento non è definito una volta per tutte. Esso cambia secondo le condizioni di sviluppo del vecchio mondo. Ecco perché dobbiamo, con Marx, procedere lungo ogni cambiamento di fase del vecchio mondo con lo strumento analisi-critica/rifondazione.

Soggetto e azione sono storicamente dati dal grado di sviluppo al quale il vecchio mondo ha portato, in qualità e quantità, la "razza dei venditori di forza lavoro".

lo sviluppo del pensiero di marx
analisi - critica (3)

marx scarta il punto di vista dottrinario (l'ideologia evoluzionistica) e il punto di vista del sistema

Negli anni 70, Marx mette nuovamente il suo pensiero alla prova del "lato cattivo della storia", cioè del suo svolgimento imprevedibile, dei suoi effetti regressivi.

La guerra franco-tedesca e la seconda decapitazione in 25 anni del proletariato francese, nella settimana di sangue e nella repressione della Comune di Parigi, vanno contro la rappresentazione che Marx si era fatta delle forze direttrici della politica.

Marx procede un'altra volta a scartare il punto di vista dottrinale.

Supera il decadimento del suo pensiero verso l'ideologia evoluzionistica. Blocca il meccanicismo organizzativo proprio superando la vecchia FORMA partito con lo scioglimento della Ia Internazionale, dove cominciava ad insinuarsi il punto di vista del sistema attraverso il riformismo revisionista.

La rivoluzione in Francia, non in Inghilterra, non nel centro del sistema, va contro lo schema logico evolutivo accumulazione/crisi/rivoluzione che Marx aveva pensato. Non solo. L'esperienza della Comune mostra, da un lato, la sproporzione di forze e di capacità di manovra tra borghesia e proletariato, dall'altro, la straordinaria capacità di proposta e di invenzione sviluppata autonomamente dal "governo della classe operaia", dal Centauro Parigino. Queste riflessioni convincono Marx a scartare ciò che nel suo pensiero si configura come punto di vista dottrinale.

lo sviluppo del pensiero di marx
rifondazione (3)

le ricerche antievoluzionistiche e la molteplicità dei percorsi e dei tempi della prassi

Gli ultimi atti rifondativi di Marx sviluppano ricerche ed elaborazioni antimeccaniciste e antievoluzioniste.

Elabora e coniuga, contro il meccanicismo, le idee di "transizione" e di "dittatura del proletariato".

Marx, con la sua Critica del programma di Gotha (del partito socialdemocratico tedesco unificato), contesta l'idea che sia possibile il passaggio automatico e meccanico dal capitalismo al comunismo e che tale passaggio sia il portato programmatico del partito e sviluppa invece l'idea della transizione nella quale il governo (dittatura economico politica) del proletariato è impegnato a realizzare il seguente obiettivo: a ciascuno secondo il suo lavoro.

Motiva e sostiene, contro l'evoluzionismo, la molteplicità di percorsi e tempi della prassi rivoluzionaria, analizzando la forma rivoluzionaria che la comune agricola russa assume nel progressivo crollo del sistema zarista.

Marx, nel testo degli Abbozzi e della Lettera a Vera Zasulic., sostiene l'idea che nella storia di differenti formazioni sociali c'è una molteplicità di vie e di tempi rivoluzionari contemporanei. Non esiste dunque una marcia fatale delle cose ricavabile dallo sviluppo del capitale in Europa.

lo sviluppo del pensiero di marx
analisi-critica/rifondazione (4)

Dopo Marx il suo pensiero si è sviluppato in successive analisi-critiche/rifondazioni.

Le maggiori analisi-critiche/rifondazioni sono quelle di Engels, Lenin, Luxemburg, Grossman, Gramsci, Mao.

lo stalinismo contro il pensiero di marx (1)

l'analisi-critica/rifondazione bloccata dal punto di vista dottrinario staliniano

Negli anni 30 lo stalinismo produce il blocco dottrinario del pensiero di Marx proprio trasformando l'incompleta elaborazione leniniana di imperialismo in un catechismo tanto assoluto quanto sterile.

Gli schemi basilari di Lenin attendono ancora di essere approfonditi e ultimati con un'adeguata analisi della specifica forma del "processo di produzione: di valorizzazione, lavorativo e di circolazione/riproduzione" nella fase del "capitale monopolistico/finanziario".

La definizione sintetica e divulgativa di imperialismo in 5 punti, che Lenin aveva elaborato, diventa dogma e dottrina nell'ambito di un vero e proprio "decreto" sul marxismo-leninismo emanato da Stalin nel 1931.

Così si arresta lo studio di fase del capitale monopolistico/finanziario, lasciandone irrisolti tutti i problemi aperti.

Ne citiamo alcuni:

il rovesciamento della tesi di Engels del 66 sulla centralità di "borsa/impresa-azionaria" in centralità hilferdinghiano/leniniana di "banca/impresa-azionaria"; il rifiuto hilferdinghiano delle implicazioni monetarie del valore-lavoro nel capitale finanziario e la relativa critica Leniniana, fatalmente debole per l'assenza di una sua teoria della moneta in fase imperialista; la denotazione di forma-stato-imperialista nel rapporto tra capitale finanziario e area di mercato “nazionale” cui è sussunta la formazione del tasso medio di profitto".

lo stalinismo contro il pensiero di marx (2)

l'analisi-critica/rifondazione, completamente paralizzata dalla dottrina stalinista si trasforma in punto di vista del sistema

Il punto di vista dottrinario dello stalinismo (il cosiddetto marxismo/leninismo ortodosso, ossia la negazione del pensiero di Marx e di Lenin) è stato imposto più o meno totalmente ai vari partiti comunisti nazionali, fossilizzandoli e rendendo per loro infattibile l'elaborazione tanto dei problemi rimasti aperti nella fase del capitale monopolistico/finanziario di inizio ‘900, quanto dei problemi inerenti le successive fasi monopolistico/finanziarie: quella del sistema monetario di Bretton Woods, dal 1944 al 1971, quella della fluttuazione/guerra monetaria, dal ‘71 a oggi.

Il pensiero di Marx ha teso, comunque, a riemergere nel lavoro di singoli intellettuali. Però, proprio per il carattere soprattutto accademico, eclettico e separato dalla prassi del movimento e dell'organizzazione politica, tale lavoro è stato politicamente sterile.

È comunque indicativo che, elencando tali intellettuali (ad es: gli inglesi M. Dobb, T. Kemp, D. Yaffe, A. Glyn, B. Sutcliffe; i tedeschi K. Korsh, P. Mattik, E. Mandel, la scuola di Francoforte; gli americani P. Baran, P. Sweesy, L. Huberman, H. Magdoff, I. Wallernstein; i francesi L. Althusser, H. Lefebvre, M. Godelier, i terzomondisti,  i regolazionisti, ecc.), non si trovi quasi nessun esponente del "socialismo reale".

cosa significa ispirarsi al pensiero di marx

I disastri dello stalinismo sono tanto evidenti quanto è evidente la necessità di "ritornare", di rimettere "in atto" il pensiero di Marx.

Ispirarsi a questo pensiero significa proprio questo, significa impegnarci in prima persona nella sua analisi-critica proseguendo a:

-             scartare il punto di vista dottrinario

-             scartando insieme il punto di vista del sistema

e impegnarci nella rifondazione della prassi di movimento e di organizzazione politica sia di quella limitata dalle condizioni reali, sia di quella resa quasi smisurata dal bisogno di un altro mondo.

NOTE


[1] Comunicazione tenuta a Lodi il 9 marzo 2001.