APPELLO: La VIII Commissione della camera dei deputati si appresta a votare la riforma del governo del territorio. Il testo che rischia di essere approvato contiene norme che rappresentano un grave pericolo per il governo pubblico del territorio che rappresenta una della principali conquiste del pensiero liberale e che accomuna tutti i paesi sviluppati. L'Italia, oltre ad essere l'unico paese europeo ad avere approvato tre scandalose leggi sul condono edilizio, sarebbe anche l'unico ad affidare alla proprietà privata le funzioni del governo del territorio equiparando di fatto le amministrazioni pubbliche portatrici di interessi collettivi a coloro, come la proprietà immobiliare, che invece perseguono interessi particolari. Il comma 3 dell'articolo 4, infatti, prevede che gli «atti autoritativi», e cioè la normale attività pubblica di pianificazione, vengano sostituiti da «atti negoziali con i soggetti interessati». Nella relazione di accompagnamento della legge è specificato che i soggetti interessati non si identificano - come sarebbe auspicabile - con la pluralità dei cittadini che hanno diritto ad avere una ambiente urbano vivibile e salubre, ma si identificano invece con la ristretta cerchia degli operatori economici. Un diritto collettivo viene dunque sostituito con la sommatoria di interessi particolari. I luoghi della vita comune, le città e il territorio vengono affidati alle convenienze del mercato. Ancor più grave è il fatto che sulla moda del «federalismo» si arrivi addirittura a cancellare ogni potestà legislativa dello Stato in materia di tutela del paesaggio e di difesa del suolo. Il progetto di legge afferma infatti che la potestà legislativa su queste materie spetta in via esclusiva alle Regioni. Ciò provocherebbe l'annullamento della legislazione oggi vigente sui beni paesaggistici e quella sulla difesa del suolo, lasciando l'Italia senza alcune legge che governi unitariamente queste fondamentali materie. Non sappiamo se il legislatore fosse pienamente cosciente di quanto ha poi materialmente scritto: crediamo comunque che la proposta di legge sia un gravissimo pericolo per l'integrità del paesaggio italiano, per tutte le indispensabili politiche di difesa del suolo che riguardano in primo luogo lo Stato e per il governo pubblico del territorio. Primi firmatari: Paolo Berdini, Giuseppe Chiarante (Associazione Bianchi Bandinelli), Vezio De Lucia, Vittorio Emiliani (Comitato per la Bellezza), Francesco Indovina, Desideria Pisolini dall'Onda (Italia Nostra), Fulco Pratesi, Bernardo Rossi Doria, Edoardo Salzano, Luigi Scano (Associazione Polis), Giulio Tamburini. NOTE [1] “Il Manifesto” 23 marzo 2004. |