NEL NOME DI CAFFE'

L'APOLOGO DELLA GIRAFFA[1]

GIORGIO LUNGHINI

Quelli che vorrebbero scomunicare Darwin, hanno come libro di devozione la filosofia sintetica di Herbert Spencer. Se ne trova un sommario efficace in J. M. Keynes, La fine del laissez faire,1926. È un metodo che porta in alto i ricercatori di guadagno cui arride il successo, grazie a una lotta spietata per la sopravvivenza che sceglie il più efficiente per mezzo del fallimento del meno efficiente. Esso non bada al costo della lotta, ma solo ai vantaggi del risultato finale, che si suppongono definitivi.

Se lo scopo della vita è di cogliere le foglie dagli alberi fino alla massima altezza possibile, il modo migliore di raggiungere questo scopo è di lasciare che le giraffe dal collo più lungo facciano morire di fame quelle dal collo più corto. Così, se lasciamo le giraffe a se stesse:

1) si coglierà la massima quantità di foglie, giacché le giraffe dal collo più lungo, a forza di far soffrire la fame alle altre, arriveranno più vicine agli alberi;

2) ogni giraffa cercherà le foglie che trova più succulente, tra quelle che può raggiungere;

3) le giraffe il cui desiderio per una data foglia è massimo protenderanno di più il collo per raggiungerla. In questo modo saranno ingoiate più numerose e più succose foglie e ogni singola foglia raggiungerà la bocca che la giudica meritevole del massimo sforzo.

Se abbiamo a cuore il benessere delle giraffe, non dobbiamo trascurare le sofferenze di quelle dal collo più corto, che sono affamate, né le dolci foglie che cadono a terra e che vengono calpestate nella lotta, né la supernutrizione delle giraffe dal collo più lungo, né il cattivo aspetto di ansia e voracità aggressiva che copre i miti visi del gregge.

Sempre nel 1926, Keynes aggiungeva però che suggerire un'azione sociale per il bene pubblico alla City di Londra era come discutere L'origine delle specie con un vescovo nel 1866.

NOTE


[1] Estratto da “il manifesto” del 14 maggio 2004.