LE LETTERE DAL FRONTE CHE I MARINES HANNO SPEDITO AL REGISTA MICHAEL MOORE
Cara America ti scrivo...[1]
Ricordate a marzo, appena l'invasione dell'Iraq era cominciata, quant'era rischioso fare qualsiasi commento contro la guerra alla gente che conoscevate al lavoro o a scuola o, ehm, alla cerimonie di consegna di premi? Questo era sicuro - se avevi detto qualcosa contro la guerra, avresti fatto meglio a seguire immediatamente questa linea: «Ma io sostengo i soldati!» Non farlo significava che non solo eri non patriottico ed antiamericano, il tuo dissentire significava che tu stavi mettendo in serio pericolo i nostri figli, che tu potresti essere la ragione per cui perdono la vita. Il dissenso era solo marginalmente tollerato se promettevi solennemente "sostegno" per i nostri soldati. Certo, certe cose non si fanno. Perché? Perché gente come voi ha sempre sostenuto "i soldati". Chi sono questi soldati? Sono i nostri poveri, la nostra classe lavoratrice.. la maggior parte di loro si arruolava poiché era l'unico posto per trovare un lavoro o ricevere la garanzia di un'educazione universitaria. E' Bush ed i suoi sporchi amichetti ricchi - i cui figli e figlie non vedranno mai un giorno in divisa - sono gli unici che non sostengono i nostri soldati. I nostri soldati si sono arruolati e, nel farlo, hanno offerto le loro vite. Che tremendo regalo che è voler morire volontariamente affinché non lo dobbiamo voi ed io! Versare volontariamente sangue affinché noi possiamo esser "liberi". Servire al nostro posto, affinché noi non dobbiamo servire. Che tremendo atto di rinuncia a sé e generosità! Eccoli, quei diciotto, diciannove e ventenni, la maggior parte dei quali hanno dovuto soffrire sotto un ingiusto sistema economico che non è preparato per aiutarli, questi ragazzi che hanno vissuto i loro primi diciotto anni nei peggiori quartieri delle città, andando nelle scuole più miserabili, vivendo nel pericolo ed imparando a distaccarsene, mentre guardano i loro genitori lottare per ottenere e quindi esser umiliati da un sistema che cercherà sempre di render loro la vita più difficile tagliando benefici, l'educazione, le biblioteche, i vigili del fuoco e la polizia, il loro futuro. E dopo questo miserabile trattamento, questi giovani uomini e donne, invece di chiedere agli Stati Uniti una società più giusta, vanno ad arruolarsi per "difendere" noi e il nostro modo di vivere! Fa sobbalzare la mente, vero? Meritano non solo i nostri ringraziamenti, meritano una grossa fetta della torta che stiamo mangiando, quelli di noi che non devono mai preoccuparsi di prendere pallottole mentre ci agitiamo su quale Palm Pilot comprare ai nipoti per Natale. Li abbiamo mandati in guerra affinché Bush & Co. possano controllare il più grande bacino petrolifero del mondo. Li abbiamo mandati in guerra affinché la compagnia del vicepresidente possa frodare il governo per miliardi di dollari. Li abbiamo mandati in guerra in base ad una bugia sulle armi di distruzione di massa e la bugia che Saddam abbia aiutato Osama bin Laden nella pianificazione dell'attentato dell'11 settembre. Così, con l'avvicinarsi delle festività, ho pensato un po' ai nostri ragazzi che sono sotto le armi, in servizio in Iraq. Ho ricevuto centinaia di lettere che mi raccontano qualcosa di molto differente da ciò che vediamo nei notiziari pomeridiani. Ciò che mi dicono, spesso in maniera eloquente e con parole da spezzare il cuore, è che gli si è mentito - e questa guerra non ha nulla a che fare con la sicurezza degli Stati Uniti d'America.
Ho risposto e parlato al telefono con parecchi di loro ed ho chiesto ad alcuni se sarebbero stati d'accordo se avessi pubblicato le loro lettere sul mio sito, ed hanno acconsentito. Lo fanno a grosso rischio personale (potrebbero incorrere in misure disciplinari per l'esercizio del loro diritto di parlare liberamente). Li ringrazio per il loro coraggio.
Grazie di tutto. Saluti dall'Ohio.
Michael Moore
Ti stupiresti se ti dicessi quanti ragazzi della mia e di altre compagnie pensano che gli allarmi del presidente per le armi di distruzione di massa di Saddam siano un sacco di idiozie e che la motivazione reale della guerra siano solo i soldi. Per molte compagnie, e non solo dei Marines, è stato un bel casino arrangiarsi con un equipaggiamento insufficiente a effettuare le missioni una volta passato il confine. È un miracolo che la nostra compagnia abbia fatto ciò che ha fatto nei due mesi in cui siamo rimasti in Iraq durante la guerra. Ci avevano promesso che saremmo tornati a casa l'8 giugno, poi abbiamo scoperto che era una bugia e siamo rimasti bloccati nelle missioni per altri tre mesi. Anche i conservatori più convinti della nostra compagnia, compreso il sergente di artiglieria, sono rimasti con l'amaro in bocca riguardo al corpo dei Marines, e penso anche del presidente Bush.
(Il caporale George Batton del corpo dei Marines, ritornato dall'Iraq in settembre dopo aver prestato servizio nella polizia militare, compagnia Alpha)
Caro Mike, ti scrivo questa lettera senza sapere se mai ti arriverà. Ti scrivo dalle postazioni 8 di questa guerra (che è ancora in corso) senza sapere perché sono qui o quando me ne andrò. Ho rovesciato statue e sfregiato dipinti, portando in bella vista sulla divisa la bandiera americana e sforzandomi di trovare il modo per capire. Sono entrato nell'esercito appena divenuto arruolabile, ho rifiutato una borsa di studio per la facoltà di giornalismo di una grande università, perché ero impaziente di servire la patria, deciso a morire per gli ideali di cui mi ero innamorato. Due anni dopo mi sono ritrovato ad atterrare su di una pista immersa nell'oscurità, pronto a irrompere in un paese a cui sentivo di non appartenere, e le tue parole (quelle pronunciate la notte degli Oscar) mi risuonavano in testa. Il mio tempo in Iraq lo trascorro sempre alla ricerca di elementi per convincermi di poter essere fiero delle mie azioni, che faccio parte di qualcosa di giusto. Ma ogni volta che trovo una ragione a favore della guerra, mi torna in mente il sorrisetto del mio comandante in capo, e penso che sta prendendo in giro una nazione.
(Il soldato scelto Mike Prysner, dell'esercito degli Stati Uniti)
Vorrei poterti spiegare quanto è difficile prestare servizio per un uomo che non è mai stato eletto. Ma siccome lui è il presidente ed è il mio capo, sono tenuto a fare la massima attenzione a ciò che dico di lui e a chi lo dico. Anche questo mi preoccupa un bel po' … limitare la voce dei soldati significa limitare tutto ciò che l'America rappresenta … e la stragrande maggioranza di noi si sente completamente impotente. Lui mette i miei amici, la mia famiglia e molti altri in una situazione di costante pericolo che mi spaventa oltre ogni immaginazione. Conosco molti altri soldati che si sentono nello stesso modo e parliamo regolarmente di questa situazione.
(Un soldato dell'esercito, tuttora in missione Iraq, che ha chiesto di rimanere anonimo)
Sono appena rientrato dall'"Operazione Libertà in Iraq". Sono stato a Bagdad per 5 mesi, e ho fatto parte dell'esercito americano per 3 anni in tutto. Recentemente sono stato congedato con onore e, tornando negli Stati Uniti, sono rimasto sconvolto nel vedere come è diventato il mio paese. Ho 22 anni e ho scoperto che è davvero difficile vivere in America, e oltretutto gli americani sembrano quasi non accorgersi di quello che sta succedendo al loro paese. L'America è diventata "1984". La sicurezza nazionale ci insegna a spiarci a vicenda e ci costringe a diventare asociali. Agli americani sta bene sacrificare le libertà in nome della sicurezza, le stesse Libertà per le quali a me stava bene mettere a rischio la vita. La Costituzione è in pericolo. Come ha detto il generale Tommy Franks (lo cito a braccio ovviamente), Un altro attentato terroristico e la Costituzione non avrà più significato … Volevo prendermi 2 mesi per fare il giro di questo nostro grande paese, ma ora non ne sento più il bisogno … Perché il McDonald's in Arizona è uguale a quello di New York. Stiamo perdendo la nostra cultura. E questa conveniente e sterile walmartizzazione, che dovrebbe rappresentare un'alternativa, adesso è ordinaria amministrazione e, quel che è peggio, la stiamo infliggendo ad altre culture, spingendole ad abbandonare le loro tradizioni millenarie.
(Jerry Oliver, dell'esercito degli Stati Uniti, appena rientrato da Baghdad)
Wow, 130.000 soldati sul campo, quasi 500 morti e oltre un miliardo di dollari al giorno, ma finalmente hanno catturato un ometto che viveva in un buco. Quando è ora di applaudire?
(Un soldato scelto a proposito della cattura di Saddam Hussein)
Mio figlio ha detto che ora la situazione è la più critica dalla "fine" della guerra. Ha detto che i soldati hanno ricevuto nuove regole d'ingaggio in base a cui devono "fare fuori" chiunque aggredisca gli americani, anche a costo di causare danni "collaterali". Purtroppo anche lui ha dovuto uccidere per autodifesa e il suo comandante ha commentato "buona uccisione". Mio figlio ha risposto "Non riesce a capire, vero? "
(Una madre scrive a nome del figlio)
Egregio signor Moore,
sono un riservista dell'esercito in servizio attivo di addestramento a Fort Leonard Wood, nel Missouri. Come lei, anch'io sono molto irritato per lo stato della nazione e per il mio comandante e kapo … scusi, volevo dire "capo". Ebbene, la mia ex scuola superiore sta organizzando una celebrazione dei veterani per lunedì 10 novembre e mi hanno invitato. Temo che la maggioranza dei partecipanti sarà favorevole alla guerra, per come è fatta la mia città. Benché anch'io sia dalla parte delle nostre truppe, credo sia importante far comprendere alla mia cittadina, di 6.000 anime, che "la pace è patriottica". Mi piacerebbe stare in piedi sulla soglia della scuola in divisa da ufficiale e reggere un cartello con questa scritta.
Un riservista
Caro Michael Moore
volevo solo ringraziarti per tutto quello che hai fatto e che continui a fare. Il mio coinquilino ed io siamo della Guardia Nazionale dell'Ohio e la nostra unità ha ricevuto la chiamata alle armi. Partiamo il 4 gennaio (per uno o due mesi di addestramento nell'Indiana) e poi andremo in Iraq per un anno. Voglio farti sapere che il mio coinquilino ed io siamo in totale accordo con te. Siamo fortemente a favore della vera democrazia e anche un po' stufi delle balle che l'America attualmente simboleggia, al punto tale che abbiamo perso il desiderio di rimanerci. In "Bowling for Columbine" abbiamo visto che sono molto più sicuri il Canada e altri paesi liberi rispetto agli Stati Uniti … Se Bush sarà rieletto, penso che né io né il mio amico moriremo dalla voglia di vivere qui. Il nostro paese è fortunato ad avere te, che dici quello che pensi, racconti la verità e fai la differenza. Tu sei davvero una fonte di ispirazione. Hey, ma perché non ti candidi tu a presidente? Niente retorica americana balorda, niente occhi foderati di prosciutto, niente avidità, niente lotta per il potere: solo onestà, correttezza e pace. Dovresti pensarci sul serio. Ci auguriamo che un vero democratico si faccia avanti e prenda in mano tutto il caos che Bush ha sollevato.
Soldati contro la guerra
(Traduzione di Sabrina Fusari)
NOTE
[1] "Liberazione" 4 gennaio 2004.